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Avrebbe infatti saputo che il suo nome era comparso nell'incartamento del cugino
e che serio era il rischio di essere ricercato. Temendo un ulteriore arresto, avrebbe
deciso d'espatriare.
L'UFR ha pronunciato il 7 maggio 1993 una decisione di diniego della domanda d'asilo del
richiedente, non ritenendo adempiti i presupposti per il riconoscimento della qualità di
rifugiato. Detto Ufficio ha rilevato che il (...) l'interessato è stato assolto dalle
accuse rivoltegli nella procedura promossa nel 1982, e ha quindi giudicato l'episodio
irrilevante per la concessione dell'asilo. Per quanto riguarda gli altri accadimenti
evocati dall'interessato, l'UFR li ha giudicati inverosimili. In particolare, l'UFR
ritiene che in merito alle conseguenze per lui dell'arresto del cugino X., il richiedente
si perde in congetture. Inoltre, se vi fossero stati sospetti circa un suo coinvolgimento
nelle attività del cugino, e se queste attività fossero state a favore del PKK, tenuto
pure conto del contesto allora regnante in Turchia, sarebbe stato arrestato pure lui e
ciò ancor prima di poter essere informato delle intenzioni dell'autorità. L'UFR ha pure
rilevato imprecisioni nelle dichiarazioni di S. H. Ö. in merito al suo statuto di
simpatizzante o meno del PKK, nonché alle date d'inizio delle evocate attività d'aiuto a
favore del PKK. Infine, secondo l'UFR il richiedente ha esagerato la durata della sua
detenzione del 1982, si è guardato bene dal produrre la sentenza del processo, e, contro
ogni attesa in ragione delle regole in vigore, ha fatto stato di un obbligo di firma
successivamente alla sua liberazione.
L'11 giugno 1993, S. H. Ö. ha inoltrato ricorso dinanzi alla CRA contro la summenzionata
decisione dell'UFR, nel quale chiede, in via principale, l'accoglimento del gravame,
l'annullamento del giudizio litigioso, e la concessione dell'asilo in suo favore, ed in
via subordinata, la constatazione dell'inammissibilità e inesigibilità dell'esecuzione
dell'allontanamento. Si duole di un accertamento inesatto ed incompleto dei fatti
giuridicamente rilevanti, nonché di un abuso del potere d'apprezzamento. Fa valere che
talune dichiarazioni da lui rese, che avrebbero consentito di determinarsi per la
verosimiglianza delle allegazioni, non sono state tenute in debita considerazione.
Rimprovera all'UFR di non avergli sottoposto per esame la sentenza concernente il processo
subito in Turchia, impedendogli così di difendere in modo adeguato i propri interessi.
Contesta che il giudizio d'assoluzione nei suoi confronti vanifichi la plausibilità delle
sue allegazioni al proposito. Osserva che l'evocata contraddizione sulle sue attività
politiche rilevata nella decisione impugnata (simpatizzante o meno del PKK) di fatto non
esiste, ove si ponga mente al fatto che ha sempre dichiarato di avere aiutato il |