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Estratto della sentenza della CRA del 15 settembre 2006 nella causa S. K. e D. K., Turchia

Art. 61 cpv. 1 PA, art. 29 Cost.: obbligo d’osservanza da parte dell’UFM delle istruzioni contenute in una sentenza di cassazione; esame della capacità d’essere interrogato quale corollario del diritto d’essere sentito.

1. Nella misura in cui il dispositivo comprende un inequivocabile rimando ai considerandi della sentenza di cassazione, questi sono vincolanti sia per la CRA che per l’UFM. Detto Ufficio deve pertanto procedere al completamento dell’istruttoria nel senso stabilito nella sentenza di cassazione (consid. 8.1. e 8.2.).

2. Di principio, un’audizione incentrata sull’accertamento di un allegato pregiudizio di natura sessuale è viziata se la richiedente è sentita alla presenza di una figlia minorenne (consid. 8.3.).

3. Incombe all’autorità decidente di dimostrare la validità dell’audizione nella misura in cui una richiedente dichiara durante la stessa d’aver assunto dei medicamenti suscettibili d’influire sulla sua capacità d’essere interrogata (consid. 8.4.).

Art. 61 Abs. 1 VwVG, Art. 29 BV: Verpflichtung des BFM, Anweisungen in einem Kassationsentscheid vor dem Erlass der neuen Verfügung zu berücksichtigen; Prüfung der Einvernahmefähigkeit unter dem Blickwinkel des verfassungsmässigen Anspruchs auf rechtliches Gehör.

1. Verweist das Urteilsdispositiv eines Kassationsentscheids ausdrücklich auf die Erwägungen, so sind diese sowohl für die ARK als auch für das BFM bindend. Das Bundesamt hat demnach ergänzende Abklärungen im Sinne des Kassationsentscheids vorzunehmen (Erw. 8.1. und 8.2.).

2. Die Tatsache, dass die Beschwerdeführerin in Anwesenheit ihrer minderjährigen Tochter zu geltend gemachten sexuellen Übergriffen befragt wurde, stellt einen Mangel dieser Anhörung dar (Erw. 8.3.).

3. Machen Asylsuchende während einer Anhörung geltend, unter Einfluss von Medikamenten zu stehen, welche die Einvernahmefähigkeit beeinflussen können, obliegt der Nachweis, dass die Befragung den


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rechtlichen Anforderungen trotzdem genügt, der verfügenden Behörde (Erw. 8.4.).

Art. 61 al. 1 PA, art. 29 Cst. : obligation de l’ODM d’observer les instructions contenues dans une décision de cassation ; examen de la capacité à être interrogé comme corollaire du droit d’être entendu.

1. Dès lors que le dispositif renvoie sans équivoque aux considérants de la décision de cassation, ceux-ci lient tant la CRA que l’ODM. L’office doit, en conséquence, procéder aux mesures d’instruction complémentaires dans le sens défini par cette décision (consid. 8.1 et 8.2.).

2. En principe, une audition centrée sur la vérification d’allégations portant sur des préjudices d’ordre sexuel est viciée si la personne concernée est interrogée en présence de sa fille mineure (consid. 8.3.).

3. Il incombe à l’autorité de décision de faire la preuve de la régularité de l’audition si, durant celle-ci, la personne entendue déclare avoir pris des médicaments susceptibles d’influer sur son aptitude à être interrogée (consid. 8.4.).

Riassunto dei fatti:

Il 13 giugno 2005, la CRA ha accolto il gravame presentato dalle interessate (madre e figlia minorenne), ha annullato la decisione impugnata resa dall’UFM nonché rinviato gl’atti di causa all’autorità inferiore per il completamento dell’istruttoria e la pronuncia di una nuova decisione ai sensi dei considerandi. Nella sua sentenza di rinvio, la CRA ha, segnatamente, ritenuto fondata la censura d’accertamento inesatto ed incompleto dei fatti giuridicamente rilevanti sollevata dalle ricorrenti. In particolare, l’autorità inferiore non ha posto sufficienti e chiare domande sui maltrattamenti sessuali evocati dalla madre e non ha tenuto sufficientemente conto delle plausibili spiegazioni da questa fornite - nonostante la genericità e l’imprecisione delle domande poste al riguardo dall’UFM - in merito alle divergenze rilevate con riferimento al numero di volte ed ai luoghi degli interventi militari nei suoi confronti. Inoltre, la CRA ha rilevato la mancata disamina da parte dell’UFM degli incarti concernenti X e Y,


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nonché delle questioni sollevate dalle ricorrenti con riferimento agli art. 7, 9 e 10 Conv. diritto del fanciullo.

Il 20 gennaio 2006, l’UFM ha nuovamente respinto la domanda d’asilo in esame, pronunciato l’allontanamento delle interessate dalla Svizzera, nonché l’esecuzione dell’allontanamento medesimo. Il 20 febbraio 2006, le interessate hanno inoltrato ricorso dinanzi alla CRA contro la succitata decisione dell’UFM. Detto Ufficio ha proposto la reiezione del gravame.

La CRA ha nuovamente accolto il gravame, annullato la decisione impugnata e rinviato gl’atti di causa all’UFM per il completamento dell’istruttoria e la pronuncia di una nuova decisione ai sensi dei considerandi.

Dai considerandi :

8.

8.1. Ai sensi dell’art. 61 cpv. 1 PA, l’autorità di ricorso decide la causa o eccezionalmente la rinvia, con istruzioni vincolanti, all’autorità inferiore. Quest’ul-tima è pertanto vincolata, nella misura in cui il dispositivo vi rimandi, dai considerandi della sentenza di rinvio (A. Kölz / I. Häner, Verwaltungsverfahren und Verwaltungsrechtspflege des Bundes, Zurigo 1993, n. 304, pag. 179 e seg.), così come vi è vincolata l’autorità di ricorso (cfr. A. Grisel, Traité de droit administratif, Neuchâtel 1984, Vol. II, pag. 936 e seg.). Invero, l’autorità inferiore cui è stata rimandata la causa può tenere conto di nuove allegazioni, ma deve porre a fondamento della sua nuova decisione i considerandi di diritto contenuti nella sentenza di rinvio (art. 61 cpv. 1 PA e 31 cpv. 1 OCRA nonché art. 66 cpv. 1 OG). L’autorità inferiore non può pertanto fondare la sua nuova decisione su motivi espressamente o implicitamente disattesi dall’autorità di ricorso nella sentenza di rinvio, ma può fondarla su un nuovo motivo supplementare non invocato nella sua decisione precedente e sul quale la CRA non ebbe a pronunciarsi o su fatti complementari posteriori alla sentenza di rinvio medesima (DTF 128 III 4 consid. 4c aa nonché DTF 112 Ia 353 e segg.). Tuttavia, il punto litigioso delimitato dal rinvio non può essere esteso né fondato su di una nuova base giuridica (DTF 122 I 250, consid. 2; 116 II 220 e segg.). Pertanto, allorquando la CRA ha pronunciato un annullamento totale della decisione impugnata e l’UFM è astretto a statuire nuovamente sull’insieme, esso non può ritornare su punti già risolti dalla giurisdizione nei considerandi della sentenza di rinvio, ma deve per contro conformarvisi (J.F. Poudret / S. Sandoz-Monod, Commentaire de la loi fédérale d’organisation judiciarie, Berna 1990, Vol. II, ad art. 66 OG, n. 1.3.2, pag. 598 e relativi riferimenti).


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8.2. La CRA rileva che il dispositivo n. 2 della sua sentenza di cassazione del 13 giugno 2005 sancisce: “Gli atti sono rinviati all’UFM per completazione dell’istruttoria e l’emissione di un nuovo giudizio ai sensi dei considerandi”. Vi è dunque un inequivocabile rimando ai considerandi della sentenza di rinvio, i quali sono vincolanti sia per l’UFM sia per la CRA (v. considerando 8.1. della presente sentenza e relativi riferimenti). Premesso ciò, la CRA rileva che l’autorità inferiore non ha proceduto al completamento dell’istruttoria nel senso stabilito inequivocabilmente nella precitata sentenza di rinvio della CRA (v. …). Per contro, detto Ufficio si è limitato a qualificare come non decisivi i pregiudizi allegati dalle ricorrenti e ad esprimere dei dubbi sul fatto che questi si siano mai effettivamente verificati, senza però motivare in modo adeguato né l’una né l’altra delle conclusioni formulate. In particolare, non è dato sapere per quale ragione delle molestie sessuali da parte d’agenti statali possano apoditticamente e semplicisticamente essere qualificate d’irrilevanti. Nulla cambia alla sostanza delle cose che l’UFM abbia, nella risposta al ricorso, citato un esempio di divergenze nelle allegazioni della ricorrente. In effetti, la ricorrente neppure è stata confrontata nell’audizione federale complementare - molto carente anche per i motivi di cui si dirà di seguito - alle differenti versioni fornite sul luogo e il numero delle visite dei militari, confronto tanto più importante ove si pensi che la CRA, nella sua sentenza di rinvio del 13 giugno 2005, già aveva ritenuto come insufficienti tali divergenze per giustificare la pronuncia, nel caso concreto, di una decisione negativa da parte dell’autorità e valide le giustificazioni fornite in precedenza dalla ricorrente al riguardo (cfr. …).

8.3. Peraltro, e come rettamente rilevato nel ricorso, l’audizione federale, gravemente viziata, non può essere utilizzata ai fini del giudizio. La stessa verteva, in particolare, sui pregiudizi di natura sessuale evocati dalla ricorrente ed è stata fortemente compromessa dalla presenza della figlia. Infatti, in tali circostanze non erano manifestamente garantite le condizioni necessarie affinché la ricorrente potesse esprimersi il più liberamente possibile sui pregiudizi di natura sessuale da lei invocati. In tale ambito, è irrilevante il fatto che quest’ultima abbia dichiarato d’essere in grado di rispondere correttamente alle domande nonostante la presenza della figlia. Infatti, date le premesse, non si può ragionevolmente escludere che la ricorrente abbia fornito tale risposta perché comprensibilmente preoccupata dalla prospettiva di vedersi nuovamente confrontata con il ricordo ed il racconto degli evocati pregiudizi di natura sessuale subiti in patria, eventualità confermata dalla risposta fornita dalla ricorrente stessa: “Je ne veux pas revenir à une autre audition” (v. …). Inoltre, l’UFM sembra rimproverare alla ricorrente d’essersi presentata all’audizione in compagnia della figlia, nonostante la natura dell’audizione. Al proposito, la CRA rileva che spetta all’autorità, e non certo alla parte, di prendere i provvedimenti organizzativi necessari alfine di garantire lo svolgimento delle audizioni nelle migliori condi-


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zioni possibili. Peraltro, l’UFM non poteva escludere che la ricorrente si sarebbe presentata all’audizione in compagnia della figlia. Inoltre, detto Ufficio avrebbe potuto facilmente risolvere la problematica invece di suggerire alla ricorrente di continuare l’audizione alla presenza della figlia allorquando andava ancora approfondita la questione delle molestie sessuali. Su questo punto, altresì, l’UFM si è accontentato di superficiali e generiche domande sul tipo di molestie sessuali subite e non ha approfondito la questione delle conseguenze sulla ricorrente delle molestie medesime.

8.4. Permangono altresì dei seri e concreti dubbi sulla capacità della ricorrente ad essere interrogata il 18 ottobre 2005. Al riguardo la CRA rileva che, nonostante la ricorrente abbia esplicitamente dichiarato d’aver assunto dei medicamenti su prescrizione medica (calmanti / sonniferi ?), l’UFM non ha in alcun modo accertato che tipo di medicamenti la ricorrente avesse assunto e se questi potessero influire sulla sua capacità ad essere interrogata (v. GICRA 1993 n. 15). In siffatte circostanze (accertamento insufficiente della fattispecie), a nulla soccorrono l’UFM le generiche ed imprecise considerazioni al riguardo di cui alla risposta al ricorso.

8.5. Peraltro, l’UFM fa valere nella risposta al ricorso che la persecuzione riflessa è ipotizzabile solo allorquando sussiste tra le persone interessate un legame di parentela. La ricorrente non potrebbe, però, vantare un siffatto legame con Y. Sennonché, l’UFM non può escludere aprioristicamente, e senza effettuare alcun serio accertamento e valutazione in merito, che una persona che abbia avuto un legame con un noto attivista politico possa nutrire giustificati timori d’esposizione a future persecuzioni statali, indipendentemente dal quesito di sapere se l’esame debba essere fatto attraverso la nozione di “persecuzione riflessa”. Anche da questo profilo, l’UFM dovrà dunque completare l’istruttoria del caso.

8.6. Inoltre, l’UFM dovrà rispettare integralmente i considerandi della prima sentenza di cassazione della CRA del 13 giugno 2005 alfine di potere valutare compiutamente l’eventuale rischio per le ricorrenti di un’esposizione a future persecuzioni in caso di rimpatrio, nonché esaminare le questioni sollevate dalle ricorrenti con riferimento agli art. 7, 9 e 10 Conv. diritto del fanciullo (v. …).

8.7. Visto quanto precede, può esser lasciata indecisa nel caso concreto la questione di sapere se l’UFM, pronunciando la decisione impugnata, abbia commesso o meno una violazione dell’art. 8 CEDU. L’autorità inferiore dovrà, comunque, prendere posizione pure su tale questione prima di emanare un nuovo giudizio, e ciò tenendo conto della giurisprudenza della CRA (v. GICRA 2001 n. 21).


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8.8. Da quanto sopra esposto, discende che la decisione impugnata, che viola il diritto federale, incorre pertanto nell'annullamento.

 

 

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© 05.12.06