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ottenuto in virtù dei pregiudizi subiti in Bosnia-Erzegovina, avrebbe permesso
all'interessato di recarsi nella Repubblica federale di Jugoslavia.
Nella replica, il ricorrente sostiene che non tutti gli Stati hanno la medesima prassi
della Svizzera per quanto attiene alla relazione passaporto/cittadinanza. A torto l'UFR
gli avrebbe accollato l'onere di dimostrare che il passaporto non attesta la nuova
cittadinanza. Afferma infine di non essere un giurista e di essere stato mal consigliato
sulle modalità del viaggio in Serbia.
La CRA ha respinto il ricorso.
Dai considerandi:
6. - Preliminarmente e d'ufficio, la CRA constata che anteriormente alla pronunzia del
giudizio litigioso l'UFR non ha dato al ricorrente l'opportunità d'esprimersi sul motivo
di revoca di cui all'art. 1 C n. 3 Conv., ma solamente sul motivo di revoca dell'art. 1 C
n. 1 Conv.. Tuttavia, la violazione del diritto di essere sentito può essere sanata in
sede ricorsuale se la violazione stessa non è grave e l'interessato ha avuto la
possibilità di pronunciarsi davanti ad un'autorità di ricorso che abbia la facoltà di
esaminare liberamente il fatto ed il diritto (GICRA 1994 n. 1, pag. 15 e segg. consid. 6
nonché relativi riferimenti). E' questo il caso nella presente fattispecie.
7.- II ricorrente fa valere nel gravame che i due motivi di revoca dell'asilo (art. 41
LAsi) e di privazione della qualità di rifugiato (art. 41 LAsi in relazione agli art. 1 C
numeri 1 a 6 Conv.) invocati dall'UFR, ovvero quello secondo cui ha volontariamente
ridomandato la protezione dello Stato - SRJ - di cui possiede la cittadinanza (art. 1 C n.
1 Conv.), e quello secondo cui ha acquistato una nuova cittadinanza e fruisce della
protezione dello Stato di cui ha acquistato la cittadinanza - sempre quella della SRJ -
(art. 1 C n. 3 Conv.), sono in contrapposizione fra loro.
La censura è fondata. L'invocazione contemporanea dei due suddetti motivi sorprende non
poco. Da un lato perché essi palesemente si elidono tra loro e dall'altro lato perché
l'UFR, anteriormente al (...) , ha sempre considerato il ricorrente siccome cittadino
esclusivamente della Bosnia-Erzegovina e mai anche della Repubblica federale di
Jugoslavia.
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